Turbo Panther 2020 & Turbo Panther 60th anniversary

Turbo Panther 2020 alias Night Panter PRO
Poco prima delle feste Natalizie appena trascorse, approfittando di una breve pausa fra due locdaun consecutivi, mi sono buttato dentro ad un negozio di Toys.
Nonostante fossi entrato per ben altri motivi mi son trovato ad attraversare la zona dei giocattoloni radiocomandati di Carrera.
Ad un tratto un’ aura magnetica da Saint Seiya mi ha offeso la retina sx. Con quella dx ho messo a fuoco meglio:
NIKKO. punto. TURBO PANTHER. punto.


L’eccitazione del momento nel vedere una confezione Nikko sullo scaffale in negozio mi ha felicemente riportato indietro nel tempo ed un sentimento di appagamento e soddisfazione mi ha inumidito gli occhi. Un momento di intensa emozione…ma brevissima giusto il tempo di un’analisi veloce del contenuto della scatola.
La FFP2 che indossavo ha fortunatamente impedito che la bellissima confezione con display centrale trasparente venisse deturpata da un’ emissione rapida di contenuto gastrico.
Ma se è vero che il treno è sempre il treno (cit.) anche una Turbo Panther deve per forza essere sempre una Turbo Panther,
…chè uno non é che il nome lo sceglie a caso con tutta la scelta  disponibile.
Penso: potrebbe valere la pena di analizzarla a bocce ferme, sfruttando anche l’internet prima di incominciare a screditarla a prescindere o addirittura prima di buttare via 30 carte.
Per chi ha già raggiunto gli “anta” é inevitabile  che il riferimento o il raffronto automatico vada fatto prendendo LA Turbo Panther , quella del ’86-’88, quella ampiamente analizzata nella mia guida.
L’internet non é servito, é bastato reggere la scatola fra le mani e leggere ciò che sopra vi era riportato.
Il modellino é in scala 1:18 e funziona con 4 pile AAA. Ad onor del vero si nota che c’é stato un pò di impegno nel cercare di avvicinarsi alla leggenda per definire i tratti caratteristici della carrozzeria, tipicamente Buggy anni ’80; non é stato altrettanto per tutto il resto.
Da subito l’occhio cade sulle gomme dall’aspetto estremamente plasticoso (per forza, sono di plastica) e da queste sgargianti sospensioni anteriori con ammortizzatori tanto imponenti quanto spudoratamente finti.

La tecnologia di trasmissione é a 2,4GHz quindi, teoricamente, al sicuro da eventuali piccole interferenze e con una “portata” notevole, sicuramente maggiore dei 15-20mt del 27.145Mhz; ma è altresì vero che nell’anno duemilatwentywuhan il 2,4 te lo tirano nella schiena.
Dice, sì ma ciò fa sì che ci possano giocare fino a 10 bambini simultaneamente (occorre effettuare un binding all’accensione, istruzioni all’interno della confezione)!
Vero, va da sè però che nel terzo millennio il numero di amicizie (intese come amicizie da cortile, per gareggiare appunto) che un qualsiasi bambino riesce a coltivare si possano contare purtroppo sulle dita di una mano, e quelle dita probabilmente hanno esigenze e passioni diverse dal modellismo radiocomandato.
Non é immediato ma col tempo si scopre che nonostante sul modello ci sia scritto Turbo Panther il suo vero nome sarebbe Night Panther PRO. Mah…allora scrivilo sulla macchina no?
Desumo “NIGHT” perchè le luci da buggy si accendono quando il veicolo è in movimento (simpatia), “PRO” perchè appena acquistata é PRO-pedeutica all’autodemolizione o alla soffitta.
Ha il numero di gara 20 perché, come riportato anche nella guida ai buggy, per questi modelli il numero ha sempre avuto un significato. In questo caso, of-course, l’anno di produzione.
Mi chedo anche se il fatto di raggiungere una velocità max di 7,5km/h può essere ritenuto un così grande punto di forza o di vanto da doverlo mettere in evidenza!Amici, io ho una macchinina telecomandata che fa i 7,5!
E qui ci si può riallacciare al discorso già preso in considerazione nell’articolo: scusi, quanto fa?
In definitiva però credo che se le Amazzoni te la portano a casa a meno di 25 carte, un’idea complessiva del prodotto ce la si può fare.
Però……c’é sempre un però.
L’aver indagato su questa fortuita scoperta é stata un’occasione proficua per venire a conoscenza dell’esitenza di un’altra (ancora!) Turbo Phanter, la
Turbo Panther 60th anniversary Special Edition
E’ un modello che ha già quasi 3 anni di vita e me lo sono inspiegabilmente ed in-giu-sti-fi-ca-bil-men-te “perso” per strada.
Poco male, si può recuperare. Nel senso di recuperare del tempo perso per aggiornarmi e raccogliere info non di recuperare il modellino, che è divenuto assolutamente introvabile.
Questo è un modello in scala 1:14 pertanto la “leggendaria GiG” in scala 1:16 si pone fra la T.P. 2020 scala 1:18 e questa T.P. 60th, tutte e tre più piccole della sorellona Bison (la Turbo Panther con gli steroidi) in scala 1:10.
Praticamente, in fatto di dimensioni , la 60th anniversary sarebbe riconducibile a Dipsy
o a Jack
A differenza della 2020 questa é esteticamente molto più accattivante e riuscita; sbilanciandomi oserei quasi dire che abbia qualche punto a favore, no aspè, qualche punto.
Ha il numero di gara 60, humm…che sia l’anno dell’anniversario?
Le gomme artigliate con pin “spuntati” sono effettivamente di gomma ed il disegno dei cerchioni con la stella a 5 punte ricopia fedelmente quelli della leggendaria.
Questa volta le sospensioni sono vere, a molla, indipendenti a bracci oscillanti anteriormente e ad assale rigido posteriormente con movimento solamente longitudinale.
Nell’era “social” i caratteristici faretti Buggy con sponsor KC- Daylighter si sono trasformati direttamente in
smiley-face.

Ma ci sono. E sono gialli. Per contro sono spariti tutti gli sponsor per una questione di diritti, anche questo argomento ampiamente trattato nella guida.
La zona del cupolino è praticamente identica alla “80” e la livrea nera con arancio e verde fluo risulta gradevole, aggressiva.
L’alettone posteriore é stampato in materiale diverso dal resto, molto più morbido e flessibile, vero punto debole della prima nata.
Sulla confezione compare nuovamente la storia dei 2,4GHz e dei dieci bambini.
Sterza da ferma (come solo l’ultima versione della leggendaria poteva fare) ed ha tutta l’elettronica, vano batterie compreso, “splash & dust proof” per godere nel farle attraversare pozzanghere infangate.
La velocità max dichiarata é 15km/h e con questo valore si inizia già ad avere la “licenza” per poterlo scrivere senza venire troppo derisi.
I punti di forza sono finiti.
Passiamo ora ai principali “contro”.
NON ha il differenziale, ciò significa che ne è sacrificata la guidabilità (ma tanto checefrega, sullo sterrato va comunque dove vuole lei) ma soprattutto che aumenta il consumo delle gomme (ma tanto checefrega, la vita dell’auto sarà comunque inferiore a quella dei battistrada).
NON ha il selettore marce basse marce alte e quindi la coppia motrice sarà sempre inesistente la stessa.
Il motore é spinto da una LiFePo4 da 6,4V e 500mAh (in confronto alle 8 stilo 12V della ’80) compresa nella confezione, in sostanza le stesse batterie che montano le automobili ibride.
E questo è il radiocomando in dotazione:
ehm refuso automatico del sistema, questo è il radiocomando in dotazione:
ovvero l’essenza del metodo più complicato ed anti-ergonomico per riuscire a governare un automodello comandato a distanza.
Dice, sì ma fa molto PS4!
Delle 2 parole che compongono il nome di Turbo Panther, la prima, Turbo fa presagire che l’auto possegga un turbo-system.

Pausa.

E stavolta il turbo c’é!! tutti in piedi sul divano

Lo si inserisce premendo quel riconoscibilissimo pulsante a forma di “N” comodamente posto al centro del radiocomando.
Della serie: le manine del bambino lasciano i comandi nella speranza che il tutto rimanga in hovering ma riescono a premere il pulsante boost. Ed ai nostalgici pare un paradosso ma ai bambini/ragazzini di oggi piace sia così, non hanno mai potuto vedere o capire cosa possa comportare (sia fisicamente che a livello di sound) una cambiata di marcia seconda/terza ovvero il movimento che veniva riprodotto fedelmente sul radiocomando anni ’80…
i loro papà hanno la Tesla!
Lo so, essere troppo nostalgici può nuocere alla salute, cambiano i contesti, cambiano le persone, non é facile capacitarsi di questo fenomeno naturale.
Dunque sul mercato é attualmente introvabile ma il prezzo di listino nel 2018 era €59,90.
Li vale? Non li Vale? Non saprei, nel frattempo rimango ancora un po nostalgico, ovviamente nell’attesa di trovarla in offerta.

Lascia un commento