Il veder dichiarata la velocità max. raggiungibile dal proprio automodello, sulla confezione , sfogliando i cataloghi o addirittura direttamente sulla carrozzeria è una cosa che ha sempre affascinato i più ggiovini (o se vogliamo i meno esperti).
Se ci si fa caso infatti, le due domande che il visitatore medio, plausibile futuro appassionato, aggirandosi fra i box, pone al malcapitato pilota sono:
1) scusi, quanto fa?
2) bella, quanto costa?
In verità i più disinvolti riescono ad aggiungere anche una terza domanda, “…è a motore?” ma questo è un’altro discorso.
Resta il fatto che il “quanto fa?” è LA domanda e deriva comprensibilmente dal fascino ed ammirazione che si provano all’istante, poi probabilmente sicuramente passa.
Dando per scontato che le cifre che campeggiano su confezioni e cataloghi siano sicuramente ottimisticamente arrotondate in eccesso sarebbe interessante riuscire a capire, o meglio, quantificare l’entità di quel sagace ottimismo. Insomma quanto fa?
Ho provato allora a chiamare in centrale ma purtroppo mi hanno risporto che la pattuglia della stradale più vicina in questo momento ha altro da fare e, tendenzialmente, non imprestano il Telelaser agli sconosciuti. A dire il vero esisterebbero delle applicazioni da smartcoso tipo “speed gun” o similari che simulerebbero il lavoro del telelaser a patto di inserire preventivamente la distanza fra operatore e soggetto in movimento ( che è ovviamente variabile!?!) ma da quel che si può leggere fra le varie recensioni non funzionano per nulla. Non rimane che passare al plan B.
Perchè c’è sempre un plan B.
[Tranne per Scuderia Ferrari che per le strategie può ricorrere anche al plan C, D, E. Raccomandati.]
Il piano B è il metodo grezzo e rudimentale per calcolarsi la velocità “in casa” applicando semplicemente quel che la fisica chiama motorettilineouniforme. Ingredienti:
– 1 metro (avvolgibile, a stecca, da sarta, ecc.)
– 1 cronometro (rolex, smartcoso, ecc.)
– 1 modellino da testare (ofcourse)
Si misura un tratto di pista ben definito, lo si fa attraversare dal modellino che si vorrebbe testare e contemporaneamente ci si appunta quanto tempo impiega per attraversarlo. Orbene, la pista del Jokerteam ha un rettifilo che si presta in maniera più che sufficiente per questo tipo di sofisticatissimo esperimento scientifico .
Va detto che, come dice sempre anche l’Astat, più è lungo il tratto di strada o pista dell’intervallo considerato e più è preciso il valore calcolato della velocità. Ma allora perchè non sfruttare tutta la lunghezza del rettilineo invece che un tratto solamente? A tutti gli effetti sfruttando questo medodo paleolitico si raggiunge il risultato desiderato con una buona precisione ma ad onor del vero il valore ottenuto rappresenta la velocità media del modellino tra la linea d’entrata e la linea d’uscita. Ma non parlavamo di velocita max, di “quanto fa”? Si.
Per fare questo occorre far sì che in linea d’entrata il modello sia già (o il più possibile vicino) alla sua velocità massima raggiungibile e che quindi percorra i 12mt (distanza tra cui sono state posizionate due coppie di piloncini) a velocità costante, in modo tale che la sua velocità media e massima siano le più prossime possibili. L’uscita dal curvone e la prima parte del rettifilo sono impiegati a tale scopo.
E’ anche vero che su modellini non certo professionali come quelli “testati” una buona parte dell’approssimazione se ne va già per colpa delle batterie (ni-mh e non alcaline, quindi con un voltaggio nominale teoricamente più basso) e del loro stato, della temperatura ambiente, delle condizioni del modello nonchè della difficoltà di guida per un modello con comando non proporzionale. Se aggiungiamo anche che a 30fps in un frame si percorre già una spanna di asfalto e non si riesce a cogliere con assoluta precisione il momento d’entrata e di uscita del tratto di pista, ci si deve accontentare. In sostanza è solo un giochino, i risultati sono attendibili, se si voleva fare i precisini si stava a casa ‘che con ste mascherine Covid non si respira!
Riallacciandosi all’articolo della prova del Kart di Mario, abbiamo “testato” quindi il Kart Carrera – vel. max dichiarata 20km/h e due Buggy vintage, il Taiyo Jet Racer (o Jet Fighter) – vel. max dichiarata 25km/h e il Nikko Turbo Panther – vel. max dichiarata 20km/h.
Mario Kart:
12/2.84*3.6= 15,2 km/h
Risultato ampiamente sotto le aspettative, modellino e batterie praticamente nuovi!
Taiyo Jet Racer 4wd
12/2.16*3.6=20km/h
Risultato sotto le aspettative ma accettabile per un modello del 1986 a trazione integrale dove ruggine ed incrostazioni giocano un ruolo importante. N.B.: la levetta del gear box era posizionata per il rapporto lungo e ad orecchio a fine rettilineo il buggy stava ancora accelerando leggermente.
Nikko Turbo Panther
12/2.1*3.6=20.5 km/h
Risultato oltre le aspettative, per un glorioso giocattolo del 1987.
Pare che i valori che si dichiaravano nel vecchio millennio fossero meno pinocchietti, (oltrettutto la vel. max in un buggy è un valore che poco dovrebbe interessare) e che oggi, invece, si tenda a vendere un prodotto consapevoli che tanto nessuno andrà mai a verificare la veridicità delle [conclusioni prese a caso, dato che dopo un articolo tecnico sono quasi d’obbligo, prendendo spunto dal finale della puntata 21 del cartone “Masters of the Universe”].
…per il Kart della Carrera poco male, ci giocherò sulla Nintendo.