Ruotine in 1/64

Aspettando che la temperatura risalga costantemente fino a valori positivi e che quindi si possa lentamente riprendere in mano un telecomando che non sia quello del Samsung 32″ è legittimo tergiversare e quindi poter parlare anche d’altro. Basta che questo “altro” abbia le ruote, ‘che siamo in fascia protetta.
I tempi in cui sbavavo dietro ad un espositore di questo genere
posto all’interno di un negozio o di una cartoleria sono passati da un pezzo…

Le piccole macchinine vendute nella scatolina di cartone erano una tentazione irrinunciabile. L’epoca gloriosa delle Matchbox “Superfast” o “Redline” ma anche Majorette e, ovviamente, Hot wheels riposte inevitabilmente dentro ad un fustino vuoto del detersivo. Anche il bambino più educato che si limitava a spingerle sul muretto con la sua manina e gli occhi lucidi si ritrovava obbligatoriamente una collezione di modellini graffiati e scoloriti. Doveva pur cercarle ravanando dentro al fustino, sfregando metallo contro metallo…
Ebbene da allora mi ritaglio sempre quei 45 secondi di tempo per girare attorno all’espositore di modellini ogni qual volta il tal negozio ne sia provvisto, con la testa diritta e le braccia dietro alla schiena ma con gli occhi ben allenati, sia mai che mi scambino per un bimbo.  Oggi gli strumenti per fare l’acquisto indisturbato da casa ci sarebbero, potendo  spingersi anche oltreoceano (perchè si, in America ma soprattutto in oriente sono stati prodotti dei modelli effettivamente succulenti) attraverso la Baia elettronica o il mercato delle Amazzoni, ma il fascino di rincasare col blister in tasca mi alleggerisce di qualche pensiero o preoccupazione gratuita, al prezzo del “macchiato”.
Mi sono dedicato ad una ricerca di modellini “non comuni” ovviamente e che magari presi singolarmente non dicono assolutamente nulla ma che messi assieme ad altri acquistano significato sino a creare piccoli gruppi carismatici, con un tema o ambientazione  comune. Facciamo un esempio: nel 2013 recuperai una Toyota AE86 particolare,
aperta parentesi- sulla confezione non vi è mai riportato il vero nome quando si tratta di dover pagare ulteriori diritti d’autore oltre ai diritti d’autore della marca rappresentata, sta all’acquirente coglierne il potenziale -chiusa parentesi
mentre 4 anni più tardi nel 2017, una RX7FD particolare.
Ora mettiamole assieme, chi coglie, coglie.

Il prossimo gruppo lo dichiaro in anticipo, si tratta di Cartoni animati:

Può capitare anche il contrario, ovvero che si recuperi un modellino e si vada all’indietro per vedere se ne sono stati prodotti altri per riuscire a formare il “gruppo”. In questo caso una fiammante Skyline R30 è a catalogo 2018, vuoi vedere che nel tempo ne hanno prodotte altre?

Si, KPGC10, R30, R32, R33, R34, R35!
Un mega gruppone si potrebbe ottenere per esempio grazie all’uomo pipistrello:

Stimolante anche crearne uno con modellini relativi a film o telefilm, credo tutti riconoscibilizzimi:

E tra i film poi, riuscire ad effettuare un’ulteriore approfondimento per un film….a caso:

Oppure mettersi in testa di raccogliere tutte le versioni prodotte della Charger , ovvero dal ’67 al ’71 (passando ovviamente da quella del ’69 con bandiera degli stati confederati sul tetto):

Per farsi piacere il giochino ma soprattutto per non tornare mai a casa a mani vuote si può anche inventare un gruppo che apparentemente non ha molto senso eppure accomuna modellini con una regola ben precisa:

Quella di non avere assolutamente nulla in comune fra di loro.
Insomma un lavoro obbligatorio perché è un peccato separare le famiglie. Visto che si potrebbe andare avanti ancora per molto chiudo con un paio di residuati da muretto che se sono arrivati qui dagli anni ’70 ancora in discrete condizioni può voler dire soltanto una cosa: erano prodotti fatti veramente a modino o forse il bimbo che ci giocava sapeva parcheggiare bene.

Inoltre profumano di….Dixan!

 

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